Strage di Bologna

“Era un sabato, il 2 agosto 1980 alle 10:25 alla stazione ferroviaria di Bologna Centrale.”

By F. Guzzardi

Non mi sembrava lecito ricordare questa data nel giorno dell’anniversario e non so neanche se qualche media ne abbia segnalata la ricorrenza. Poco importa. Mi è saltato fra le mani e la tastiera questo pensiero, mi è capitato per caso ma, in fondo niente accade per caso.

La Notizia

La strage di piazza della Loggia è stato un attentato terroristico fascista compiuto il 28 maggio 1974 a Brescia, nella centrale piazza della Loggia. Una bomba nascosta in un cestino portarifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista. L’attentato provocò la morte di 8 persone e il ferimento di altre 102.

Dopo molti anni di indagini, depistaggi e processi, vennero riconosciuti colpevoli e condannati alcuni membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo; quali esecutori materiali vennero riconosciuti Maurizio Tramonte (condannato in appello, in qualità di “fonte Tritone” dei Servizi Segreti Italiani), assieme ai già detenuti Carlo Digilio (addetto agli esplosivi) e Marcello Soffiati (il quale ha trasportato l’ordigno). Come mandante è stato condannato, in appello, il dirigente ordinovista Carlo Maria Maggi. Gli altri imputati, tra cui Delfo Zorzi, il generale Francesco Delfino e l’ex segretario del MSI e fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo Pino Rauti furono assolti.

È considerato uno degli attentati più gravi degli anni di piombo, assieme alla strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974(12 morti) e alla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti).

Ipotesi ufficiali

Nell’immediatezza dell’attentato la posizione ufficiale del governo della Repubblica Italiana, allora presieduto da Francesco Cossiga, sulla base dei primissimi rilevamenti della Polizia di Stato fu quella dell’attribuzione dello scoppio a cause fortuite, ovvero all’esplosione di una vecchia caldaia sita nel sotterraneo della stazione. A seguito dei rilievi svolti e delle testimonianze raccolte sul posto apparve chiara la natura dolosa dell’esplosione, rendendo palese una matrice terrorista; ciò contribuì a indirizzare le indagini nell’ambiente del terrorismo nero.

Molti anni dopo, ricordando l’ipotesi della caldaia, il magistrato Libero Mancuso disse in un’intervista televisiva che i depistaggi erano già iniziati pochi minuti dopo la strage. Ciò fu particolarmente grave perché, essendo esclusa nelle prime ore l’ipotesi di un attentato, gli esecutori poterono dileguarsi indisturbati. L’Unità, nell’edizione del giorno dopo alla strage, basandosi su una presunta rivendicazione da parte dei NAR, sostenne l’idea della matrice neofascista dell’attentato. Infatti ci furono da subito alcune rivendicazioni prima da parte dei NAR con una telefonata risultata partita da una sede fiorentina del SISMI, poi dalle Brigate Rosse, seguite da altrettante telefonate di smentita da parte di militanti dei due gruppi terroristici, fatti che contribuirono a creare depistaggio.

Due giorni prima della strage il giudice istruttore bolognese aveva depositato l’ordinanza di rinvio a giudizio dei neofascisti toscani accusati della strage dell’Italicus. Anche questa circostanza indusse ad avviare le indagini all’interno dell’area del terrorismo nero. Il 22 agosto un rapporto della DIGOS, che conteneva documenti come i «fogli d’ordini» di Ordine Nuovo e La disintegrazione del sistema di Franco Freda, avvalorò la necessità di indagare negli ambienti neofascisti.

Incriminati

Ora, i soli imputati incriminati furono gli esecutori materiali di un piano che era sicuramente molto piu` grande di loro.

Valerio Fioravanti

Francesca Mambro

Gilberto Cavallini

L’incriminazione e la condanna dei tre esecutori neofascisti si basò principalmente sulla testimonianza del criminale comune Massimo Sparti e del militante di destra Luigi Vettore Presilio, entrambi ex simpatizzanti del gruppo terroristico di estrema destra Ordine Nuovo (Sparti fu vicino anche alla Banda della Magliana, per la quale compì numerosi reati). Vi furono poi collaboratori di giustizia che riportarono affermazioni – allusive alla strage – di Fioravanti e di Ciavardini, ad esempio quella in cui quest’ultimo consigliava a un’amica di non prendere il treno il 2 agosto.

Dunque, non serve neanche ricordare anzi, verebbe quasi da dimenticare, per sempre. Gli anni di piombo sono stati il periodo piu nero della storia Italiana del dopo Mussolini. E mi rallegrano questi giorni di vuoto intellettuale, questa epoca del nulla in cui stiamo sguazzando con disinvoltura. Molto meglio di falsi ideali ormai smitizzati e messi a nudo. Dalle lotte comuniste e di quelle fasciste, unite da sempre dai crimini commessi ai danni dell’umanita` intera.